Tocca El Mur

Pesaro per il San Benedetto

 

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 Qui è possibile scaricare Il saggio di Roberta Martufi:

“Il casino di Portanile e il barchetto nella storia urbanistica di Pesaro”

in Studia Oliveriana, Terza Serie III-IV, (2003-2004), pp. 57-84.

 

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Questo è un curioso finto organo, presente ancora negli anni 90 nella chiesetta del S. Benedetto, che schedai per conto della Regione Marche (piano di schedatura regionale organi storici). Non è chiaro se ci sia mai stato davvero un organo in chiesa e chi abbia installato questo prospetto neogotico dotato comunque di canne vere e somiere di scuola lombarda. Potrebbe essere stato uno degli organari operanti a Pesaro agli inizi del 900, forse Luigi Giudici (gerente per la casa Locatelli di Bergamo) o Gaetano Baldelli (che fu capofabbrica dai Vegezzi Bossi a Centallo), tutti appartenenti a grandi e storici filoni dell'arte organaria italiana. Ovviamente sarebbe immorale e scandaloso se andasse perduta questa testimonianza. (Riccardo Sabatini)

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Se non risorge all'interno delle istituzioni uno spirito di civiltà, una forma di attenzione - per non dire di amore - verso il nostro patrimonio di storia, arte, memoria, perderemo ogni identità. Quello che resta dei nostri beni culturali, anziché recuperato sarà sempre più oggetto di compravendita, di speculazioni, di affari che non hanno riguardo per le generazioni future né per la nostra dignità di eredi della bellezza, del pensiero, del ricordo che ci giunge dal passato. Tentare di salvare un complesso meraviglioso come quello della Misericordia o il San Benedetto viene percepito (almeno, questa è la mia sensazione) con fastidio dalle istituzioni, che preferiscono non sapere il valore storico-architettonico dei beni, ma solo quello monetizzabile oggi. Arriveranno le ruspe, probabilmente, nonostante il nostro impegno, la nostra devozione verso la memoria del passato. Arriveranno e faranno a pezzi il Conservatorio, creato da un grande architetto, protagonista del Settecento pesarese. Perderemo un pezzo delle nostre radici di bellezza e anche di dolore (il dolore di centinaia di donne passate nel Conservatorio-orfanotrofio). Chi può indurli a soffermarsi sui valori della nostra storia, della creatività dei nostri padri, se non sono capaci di "sentire" l'anima della nostra città? Se hanno altri pensieri, altre priorità. E cosa può accadere al San Benedetto, ai suoi spazi antichi e per certi versi sacri. Continueremo, con civiltà e anche con gentilezza, nonostante l'amarezza e anche se - ne siamo consapevoli - sono già stati firmati contratti di compravendita e staccati assegni... anche se in lontananza (anche qui, magari è solo un mio timore) si sente già il rumore delle ruspe... Purtroppo da diversi anni a Pesaro non abbiamo politici amici dei beni culturali e lo scrivo con grande dispiacere, perché questa città ha diverse meraviglie da conservare, ristrutturare a valorizzare. Quello che mi amareggia è il fatto che vi siano ingenti fondi europei (a fondo perduto) destinati al recupero di beni storici di pregio, come il Conservatorio e l'Oratorio della Misericordia, il San Benedetto, la Domus romana scoperta e sepolta sotto terra e pietrame... Eppure, nessuno li ha mai chiesti e tutte quelle risorse sono rimaste inutilizzate. Da parte mia, mi accorgo che le istituzioni sembrano infastidite da chi desidera che tali bellezze antiche siano restituite alla città e valorizzate, quando invece dovrebbero avvalersi di questi amici della cultura, dell'arte e della storia, come lo sono, per esempio, tutti i membri di questo gruppo. Per tre milioni si è ceduto un complesso architettonico unico al mondo (parlo di quello in via della Vetreria, che ora è importante difendere, perché interventi di edilizia pubblica lo annienterebbero), quando l'Ue avrebbe erogato 30 o più milioni per il recupero di un'opera creata nel Settecento dai due grandi protagonisti dell'architettura, dell'arte e della cultura di quel secolo: Giannandrea Lazzarini e Tommaso Bicciaglia. (Roberto Malini)

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Tocca el mur!!! Che ricordi....la ma zia che lavorava al San Benedetto abitava di fronte, quindi ogni volta che andavo a trovarla vedevo questa mano e sentivo una voce che mi diceva: "madamin tocca el mur" siccome io sapevo dalla zia che lui ci teneva molto, lo toccavo sempre e lui mi ringraziava agitando quella mano che sporgeva dall'inferriata Ma ero troppo piccola e ne ridevo. (Valeria Mauri)

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Io ci ho lavorato, ero un "bocia" idraulico, per effettuare una riparazione al suo interno. Avevo 14 anni, era l'80, ancora attivo...ricordo lucidissimo! I pazienti, tanti, passeggiavano nei corridoi e/o all'esterno, nei giardini. Rimasi turbato da quella esperienza... (Stefano Pedini)

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Come contributo al dibattito sull’ex Ospedale Psichiatrico San Benedetto ho deciso di postare, in accordo con l’autrice, il saggio di Luisa Fontebuoni, pubblicato nel 1985 in Progetti e ricerche della città di Pesaro, n. 8, “La città e il suo corpo” Centro Storico di Pesaro, 1985, edito dal Comune di Pesaro per i tipi di Melchiorri.
Si tratta del primo studio organico sull’edificio con documentazione inedita e bibliografia precedente da cui non si potrà prescindere nell’affrontare qualsiasi progetto e destinazione d’uso futura. (Federica Tesini)

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